IMPIANTI IUXTAPERIOSTEI

Gli impianti iuxtaperiostei, utilizzati nell’implantologia moderna, sono una soluzione sicura e personalizzata per tornare a sorridere.

Utilizzati in caso di perdita dei denti con notevole riassorbimento dell’osso, gli impianti iuxtaperiostei sono in grado di ridare al paziente il sorriso, evitando di ricorrere a complessi e costosi interventi di ricostruzione dell’osso mancante.

Nell’articolo seguente, redatto dal Dott. Lorenzo Bontempelli (specialista implantologo) e dal Dott. Luca Barbera (medico chirurgo) presenteremo la loro esperienza, più che decennale, su questa tipologia di impianti dentali.

L’Implantologia è una disciplina dell’Odontoiatria che permette di risistemare le arcate dentali che hanno subito la perdita di uno o più denti. Si basa sull’utilizzo di viti di varie misure e diametri chiamate impianti dentali, che solidarizzandosi all’osso, costituiscono un supporto su cui costruire denti fissi o agganciati a strutture che li rendono stabili. Grazie all’implantologia dentale è possibile risolvere il fastidiosissimo problema delle protesi dentali mobili.

Impianti dentali: tipi e funzione

Gli impianti dentali possono essere direttamente avvitati nell’osso (impianti endossei), oppure possono venire adagiati e fissati sulla superficie dell’osso (impianti iuxtaossei o meglio conosciuti come “impianti iuxtaperiostei”).

La decisione su quale di questi sistemi utilizzare dipende dalla quantità di osso disponibile: maggiore per gli impianti endossei e minore per gli impianti iuxtaperiostei.

Gli impianti iuxtaperiostei necessitano di minimi spessori ossei, in quanto sfruttano la base dell’osso per appoggiarsi su di esso e, grazie a microviti, si crea un ancoraggio forte e stabile.

Odontoiatria e modernità

Il paziente moderno vuole sentirsi bene a tutte le età. Il ritmo e lo stile di vita hanno fatto assumere al paziente la consapevolezza che a qualsiasi età la qualità della vita può essere alta. Una dentatura sana, funzionale e accattivante ne garantisce la tenuta. Queste nuove esigenze hanno spinto noi operatori, Odontoiatri e Chirurghi, a trovare soluzioni riabilitative sempre meno invasive che abbiano costi sostenibili e soddisfino le aspettative del nostro Paziente.

Impianti iuxtaperiostei: una tecnica consolidata nel tempo

I primi impianti iuxtaperiostei sono stati utilizzati da un chirurgo svedese di nome Dhal nel settembre del 1940. Non sono quindi l’ultimo ritrovato della tecnologia chirurgica Odontoiatrica. Sono una forma di riabilitazione utilizzata da 80 anni, molti di più di quelli che vantano gli impianti endossei. Quindi con memoria storica e bagaglio di esperienza enorme. Sono una tecnica sicura assai ben documentata e discussa da decenni in tutti gli ambienti scientifici e tutti i mezzi di diffusione utilizzati in Medicina.

Tecniche riabilitative moderne e sicure

Nel corso degli anni questa tecnica ha visto un enorme cambiamento nelle procedure progettuali, produttive e nelle tecniche di assemblaggio nella bocca del paziente. La progettazione si avvale delle più moderne tecniche digitali. I processi produttivi sono automatizzati e le fasi di preparazione all’utilizzo (la decontaminazione e la sterilizzazione) si sono rese estremamente sicure ed efficaci.

L’intervento chirurgico che si esegue per l’inserzione dell’impianto iuxtaperiosteo non è doloroso o rischioso per il paziente. Entrato nello studio, spesso edentulo, ne uscirà con i denti fissi in bocca, con la sola prescrizione di mangiare cibi bianchi e soffici per alcuni giorni.

Impianti iuxtaperiostei: versatilità ed efficacia

Gli impianti iuxtaperiostei si utilizzano quando, a seguito della perdita dei denti, l’osso subisce un grosso riassorbimento. Questa situazione non permettere l’inserimento degli impianti endossei, a meno che si voglia ricorrere a complessi e costosi interventi di ricostruzione dell’osso.

Con le più moderne tecniche digitali sono sufficienti una radiografia tridimensionale della bocca (tac cone-beam) e due impronte (spesso digitali). Da queste informazioni si crea un progetto sia della protesi che verrà fissata in bocca al paziente che della struttura iuxtaperiostea.

Terminata la fase progettuale si passa alla produzione di denti e impianto, alla loro accuratissima decontaminazione, utilizzando tecniche all’avanguardia e alla sterilizzazione finale. Ed è proprio così che tutto è pronto per l’assemblaggio sul paziente.

Il montaggio dell’impianto sull’osso prevede una anestesia ambulatoriale che può essere aiutata da una sedazione cosciente, la quale ha lo scopo importante di tranquillizzare il paziente, mettendolo nelle condizioni di vivere in assoluta serenità tutto il tempo necessario per l’esecuzione del lavoro.

Un lavoro di squadra

Il lavoro in team, che coinvolge il chirurgo e il protesista, assicura la più completa assistenza al paziente in ciascuna delle diverse fasi di assemblaggio. Il sorriso dei pazienti dopo la seduta di assemblaggio iniziale, che si sentono invitati dagli operatori ad andare a casa a mangiare, rimane uno degli stimoli più significativi per coloro che si occupano di questo tipo di impianti. Ad andare avanti e investire con costanza nel cammino – mai concluso, sempre in divenire – di perfezionamento e affinamento di una tecnica in cui sono stati messi enormi sforzi conoscitivi e professionali. Ma che in cambio sanno restituire grandi soddisfazioni professionali e personali.

Autori
Dott. Lorenzo Bontempelli (Medico Dentista – Specializzato in Implantologia con rigenerazione ossea – Protesi dentali)
Dott. Luca Barbera (Medico Chirurgo – Specializzato in Chirurgia, Implantologia con rigenerazione ossea e rigenerazione mucogengivale)

Fonte: Tutto Salute – Maggio 2021 – editore Edimen SA > Rivista dedicata alla Salute e al Benessere del corpo